A proposito di Apocalypto
L’ultimo
film di Mel Gibson, Apocalypto, sta scatenando
aspre polemiche non tanto per le scene di violenza, abbondantemente presenti in
qualsiasi altro film oggi in visione nelle nostre sale cinematografiche e circa
le quali non si obietta nulla, bensì per lo spaventoso quadro di depravazioni e
di dominio dei démoni, nel senso letterale della parola, che affliggeva
gl’indios americani prima del salvifico arrivo della Croce di Cristo sulle
caravelle spagnole di Cristoforo Colombo prima e di Hernán
Cortes poi.
Tutte
le peggiori efferatezze possibili e immaginabili (superate solo dall’Inferno)
venivano perpetrate dagli amerindi fra di loro, prigionieri delle diaboliche
superstizioni in cui erano nati. I primi colonizzatori e la Chiesa (come pure
gli studiosi seri) ben lo sapevano: svelarlo al grande pubblico ha fatto perciò
deflagrare il mito rousseiano del buon selvaggio e la
leggenda nera dei conquistadores, che fu invece
una vera e propria epopea.
Questa
dunque la vera ragione dell’odio espresso da tutta la pattumiera progressista,
terzomondista e del politicamente corretto contro il film di Gibson, reo di
smontare un archetipo della propaganda anticristiana, entrato anche nella
vulgata (ignorante) delle nostre scuole. E poteva accadere diversamente,
considerato il controllo neo-giacobino esercitato sulla scuola di Stato e non?
Di
là dalla decisione di vietare o meno agl’infraquattordicenni
la visione del film, decisione che ci trova personalmente d’accordo, occorre
guardare quindi a quella ch’è la reale posta in gioco: la frantumazione della
leggenda nera anticristiana contro la Conquista, contro la Chiesa e
contro la Cristianità.
Per
questo ci sembra quanto mai opportuno riproporre ai nostri lettori il testo di
una conferenza promossa da Famiglia
Tanto
che parrebbe che l’attore e regista australiano, prima di girare la sua
pellicola, abbia compulsato La cristianizzazione
delle americhe: un’epopea della fede, di Nelson Ribeiro Fragelli, l’Autore appunto di quella pregevolissima e
sempre attuale conferenza di circa sedici anni fa.